La fedeltà nella promozione umana
Sono 57 anni che l’organizzazione “Uomini Come Noi” della parrocchia S. Michele Arcangelo di Cervignano del Friuli (UD) sostiene le opere missionarie, iniziate con la lotta per debellare la lebbra nel continente Africano e che oggi continuano per sostenere i progetti delle Missioni della diocesi di Gorizia in africa (Costa D’avorio, Burkina Faso) e in europa (Romania).
Quando ho avuto modo di confrontarmi con altri sul significato dell’aiuto che possiamo dare al prossimo in situazione di bisogno, in genere non ho riscontrato un netto rifiuto all’aiuto ma altresì un forte scetticismo sulle azioni di sostegno a favore di questo o quel progetto per i dubbi (qualche volta fondati) che i soggetti destinatari dell’aiuto non ricevano ciò che a loro è destinato.
Anche nei casi più sostenibili accade che i destinatari ricevano il dovuto in misura notevolmente decurtata rispetto al ricavato e in alcuni casi che non ricevano nulla! Ciò può essere dovuto a vari fattori che vanno al di là della validità del progetto o dell’iniziativa: onestà degli operatori, costi pubblicitari, remunerazione degli organizzatori, costi di spedizione, assicurazioni, costi dovuti a corruzione, furti, ecc. È dunque giustificato un ragionevole dubbio sull’efficacia degli aiuti, pertanto trovo che tale “dubbio” sia legittimo per le persone di buona volontà le quali sono coscienti che gran parte dell’umanità si trova a vivere o sopravvivere nell’ingiustizia sociale. C’è chi sostiene che eventuali aiuti e sostegni debbano essere dati esclusivamente da parte delle agenzie governative (il cittadino contribuente delega lo stato a individuare i bisogni e a intervenire). Trovo diverso l’atteggiamento di chi, conscio di tale ingiustizia, decide, per evitare errori, di non fare nulla salvo criticare le iniziative promosse dalle varie organizzazioni. Il bene non è un esclusivo valore dei cattolici; esistono persone di buona volontà che, rendendosi conto delle necessità, promuovono azioni di giustizia e umanità pur non appartenendo ad alcun credo religioso; dobbiamo rispettare questi atteggiamenti perché sono a beneficio della persona umana. Noi Cristiani siamo più vulnerabili e condannabili per effetto della nostra stessa appartenenza al vangelo di Gesù Cristo.
Il vangelo per noi è la grande “fregatura”, è quel qualcosa in più che ti fa sentire responsabile anche quando non lo sei direttamente, quel qualcosa che tiene sempre viva la nostra coscienza, quel qualcosa che ti fa sentire felice ma non completamente soddisfatto anche quando facciamo qualcosa di buono per il bene delle persone. Probabilmente questo stato d’animo fa parte della missionarietà della chiesa, fa parte del nostro cammino di impegno e di speranza per una più giusta umanità. Ho avuto la grande fortuna di conoscere persone ‘eccezionali’ oltre agli amici con i quali condivi gioie e dolori nella vita; persone che difficilmente appariranno sui quotidiani o in TV, persone che hanno la vocazione e il coraggio di dedicare un lungo periodo della loro vita per gli ultimi del Vangelo; non tutti possiamo avere questa ‘grazia’ ma tutti possiamo sostenerla.
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